Il Cavallo di Torino è un film drammatico in bianco e nero del 2011 diretto da Béla Tarr e Ágnes Hranitzky. È noto per il suo stile lento, la sua atmosfera cupa e la sua esplorazione di temi esistenziali. Spesso considerato l'ultimo film di Tarr, narra gli ultimi giorni di un vecchio contadino (Ohlsdorfer) e di sua figlia (Katrin) in una isolata fattoria.
Trama:
Il film si apre con una voce narrante che racconta di un cavallo che si rifiuta di tirare una carrozza, un aneddoto apparentemente legato a Friedrich Nietzsche. Il resto del film si concentra sulla routine quotidiana di Ohlsdorfer e Katrin mentre affrontano le avversità, tra cui il vento incessante, la perdita del cavallo e la progressiva mancanza di risorse. La loro esistenza si disintegra lentamente, lasciando solo i movimenti ripetitivi e la disperazione.
Stile e Temi:
Ricezione:
Il Cavallo di Torino ha ricevuto ampi consensi dalla critica, elogiato per la sua regia, cinematografia e la sua profonda esplorazione di temi esistenziali. Tuttavia, il suo ritmo lento e la sua atmosfera pessimista lo rendono un film impegnativo per alcuni spettatori.
Connessione a Nietzsche:
L'aneddoto iniziale su Nietzsche e il cavallo è cruciale per comprendere il film. Nietzsche, vedendo un vetturino frustato il suo cavallo, si gettò al collo dell'animale in lacrime. Alcuni interpretano questo episodio come un crollo mentale per Nietzsche. Tarr usa questo evento come punto di partenza per un'esplorazione della sofferenza, della compassione e della perdita. La relazione tra il film e il pensiero di Nietzsche può essere ulteriormente approfondita studiando il https://it.wikiwhat.page/kavramlar/nietzsche e la sua filosofia.
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